Mettetevi nelle mie scarpe. O forse sarebbe meglio io mi mettessi nelle vostre. Ogni paio racconta una storia. Ed e' quello che spero di riuscire a fare in questo blog. Grazie anche all'aiuto di chi, come me, crede sia ancora necessario parlare di quello che ci succede intorno. Per non dimenticare chi siamo e dove stiamo andando. Per questo vi invito a fotografare e raccontare chi c'e' dietro un paio di scarpe. Perche' "This boots are made for walking" non e' solo una canzone.

Valentina

Monday, March 8, 2010

La bambina che amava la moda

Cecilia sogna. Sogna da quando era piccolissima. Un mondo di tessuti, di accessori. Sogna la moda. Cecilia ha dieci anni ed e' gia' una stilista. Ma a dispetto delle apparenze Cecilia non e' una ragazzina viziata che chiede ai genitori l'ultimo paio di scarpe alla moda o il vestito piu' trendy. Cecilia i suoi modelli li crea. Non con un disegno, ma con la macchina da cucire. Vestita come una modella, coperta di fiocchi (sono il dettaglio che piu' ama), immagina, strappa, taglia e poi cuce. Con una macchina di quelle che usavano le mamme. Siede li' alla luce della lampada che punta sul risvolto. E cuce. Rocchetti dai colori sgargianti diventano impeccabili cuciture sui tessuti rubati dal guardaroba dei fratelli. Nulla e' piu' sicuro dentro l'armadio. I suoi modelli nascono da vecchie magliette del fratello, dal vestito del ballo della sorella maggiore che non ha possibilita' di restare legata al ricordo del primo bacio che quell'abito rappresenta. Il vestito ora e' uno dei modelli che Cecilia accarezza amorevolmente. Tutti perfettamente esposti sulle grucce. Tutti piccole creature che raccontano un sogno. Adulta nelle vesti di una bimba lei li osserva, poi spinta dal desiderio di aiutare, li regala a chi, dice, deve avere la possibilita' di mettersi un vestito nuovo almeno il primo giorno di scuola. "Tutte le ragazze dovrebbero iniziare l'anno con un bel vestito" - sostiene. Mentre sceglie quelli da dare a chi non ha, torna pero' bambina. Con la stessa gelosia con la quale si priverebbe di una bambola amata cerca di scegliere il vestito che meno le piace. Difficile, impossibile. Pero' ci riesce. Una lezione a chi, piu' adulto, invece non capisce il limite tra i sogni e la realta'.

Valentina

Monday, January 25, 2010

L'albergo dei gatti e la donna che li amava troppo

Ecco Caroline. Perfetto esempio di come un paio di scarpe possano trarre in inganno. Si', perche' spesso sono le uniche che nascondono perfettamente l'eta' di una persona. Non ci sono lifting o chirurgie che tengano (specialmente in una citta' come Los Angeles). Se guardate una donna partendo da un paio di scarpe, potrei scommettere, vi riuscira' ad ingannare. Caroline ha infatti un'eta' indecifrabile. Potrebbe avere quarant'anni portati male o settanta portati benissimo. Con le sue scarpette rosse cammina leggera sul pavimento coperto di moquette, nella luce volutamente soffusa del suo Cat Hotel. E' li' che la incontro. Circondata da una cinquantina di gatti. Ha tramutato la sua passione in un business. "Al momento non molto proficuo" ci tiene a precisare. Con questa crisi economica che frusta il mondo ma piega in due l'America, anche i suoi clienti, celebrita' che lasciano qui i gatti quando viaggiano o sono impegnati per lavoro, sono diminuiti. A trentacinque dollari al giorno - questa la tariffa dell'albergo - capiamo anche perche'. Lei l'hotel l'ha rilevato da meno di due anni dalla proprietaria che, ormai anziana, cedeva l'attivita'. Cosi' l'immagino, questa vecchia signora, ingrigita assieme a quei gatti che, spesso, sono probabilmente stati piu' fedeli di amici o mariti, uscire dalle porte di questo albergo con la sua valigia, fatta di ricordi e sospiri smarriti. Poi e' arrivata Carolin. La sua voce dolce nasconde un destino che non immagino diverso. Gattara per amore. Locandiera per dovere. Molti dei gatti che immediatamente si avvicinano strusciandosi sulle mie gambe, zoppicano, sono senza qualche occhio o addirittura ciechi. Dubito che proprietari ricchi scelgano animali sfortunati. Caroline mi spiega che, dato il lavoro a rilento, molte delle gabbie (ma guai a chiamarle cosi' di fronte a lei che le descrive come piccoli appartamenti), sono vuote e lei le usa per ospitare piccoli randagi, abbandonati e picchiati che forse non avrebbero avuto altro destino, se non la morte. "A casa ho altri dieci gatti", rivela quasi vergognosa. Ed e' facile capire perche'. Forse proprio per quel destino che la accomuna con la proprietaria precedente e che, agli occhi della societa', la fa sembrare pazza e sola. L'amore ha tante forme. Sfido chiunque a dire che anche questo non lo sia.

Valentina

Friday, January 22, 2010

Cinque anni: la storia di Destra e Sinistra

Se la prima cosa che vi viene in mente guardando queste scarpe e'...stanche, allora avete ragione. Non sono particolarmente vecchie, neppure molto rovinate. Ma ne hanno di cose di raccontare. La loro e' una storia lunga seppur breve. Da cinque anni vivono in America e sono passate attraverso cambiamenti e difficolta'. Hanno camminato su terreni accidentati e corso lungo strade infinite. Le chiameremo Destra e Sinistra e nei prossimo post, scopriremo la loro storia.

Valentina

A Los Angeles non piove mai.

Ecco a voi la prima foto di scarpe che sono costretta (causa avversità climatiche) a postare in questo blog nuovo di zecca.
In realtà sono stivali; stivali marroni con un tacco basso e con inserti in velluto. Sono vintage, comprati anni fa', in un negozietto dell'usato in via del Governo Vecchio a Roma. E' proprio da lì, da Roma, dalla capitale, che sono partita da poco piu' di una settimana.
Ho deciso di prendere tre mesi tutti per me, un pausa dal lavoro e da confusioni esistenziali varie, per traferirmi a Los Angeles - la città degli angeli. Città tanto amata in vacanza e città tutta da scoprire da abitante.

Convinta di trovarmi "l'estate-tutto-l'anno" con il il sole, il caldo e i baywatch anche in inverno (è così che ce la raccontano in tv, no?) mi ritrovo invece a leggere titoli di giornali che hanno tutt'altra idea: "Dangerous storm hits L.A.","Weather : Evacuations, Flooding, Dangerous Surf " ,
"Biggest storm of the week poses 'significant threat' e così via...
Piove ininterrottamente da sei giorni e ovviamente in uno stato come la California, dove raramente c'è maltempo, i disagi e i danni non sono indifferenti.
E' stato buffo vedere come nei primi due giorni i los angelini apprezzavano questa novità metereologica: "wow! qui non piove mai!L'aria è piu' pulita dopo la pioggia! e poi si vedono le stelle durante la notte perchè il cielo è limpido", quasi invidiando i nostri cieli grigi e gli inverni gelidi che fanno così tanto "Europa-Malinconica&Intimistica". Ma ora, osservandoli bene, è chiaro che anche loro non ne posso piu' di tutta quest'acqua. Enough is enough!
Sono i loro piedi i primi a parlare! Stanno chiedendo aiuto! Vogliono tornare a prendere aria, a vedere il sole, ad abbronzarsi! S
embrano gridare: "Dateci le nostre flip-flop, i nostri sandali, le nostre ballerine! Stiamo diventando intolleranti a tutto questo cotone misto acrilico!!please, ridateci la libertà!" .
Ovviamente io sono la prima a sperare che ciò accada presto.
Per quanto mi renda conto che fra 50 anni l'aneddoto di una Los Angeles allagata sarà il racconto della buonanotte preferito dei miei nipoti increduli, questa settimana di pioggia deve finire! Ho imbarcato nel volo con me ben 10 chili di scarpe, e non li ho imbarcati per farle stare rinchiuse in casa a prendere polvere! Credo che mi spetti il sacrosanto diritto di far provare a tutte loro, care e affezionate scarpine, come ci sente a passeggiare per la walk of fame di Hollywood, ad insabbiarsi sulle infinite spiagge di Santa Monica e a ballare nei locali alternativi di Echopark.
E' il minimo che si puo' fare quando si ama tanto qualcosa, giusto?
I totally love my shoesssssssss!
s.

No more food for dogs and cats in the US shelter.

Negli Stati Uniti la crisi economica non sta colpendo solo la gente. Anche gli animali domestici, ora abbandonati dai padroni che non posso permettersi il lusso di un compagno a quattro zampe, soffrono. Cani e gatti vengono lasciati nei rifugi che non hanno abbastanza cibo, spesso risultato di donazioni, per sfamarli.
In questo momento di difficolta' mondiale. Pensate anche a loro. Grazie.

Monday, January 18, 2010

Mettetevi nelle mie scarpe. O forse sarebbe meglio io mi mettessi nelle vostre. Ogni paio racconta una storia. Ed e' quello che spero di riuscire a fare in questo blog. Fotografare e raccontare chi c'e' dietro un paio di scarpe. Perche' "This boots are made for walking" non e' solo una canzone.

Valentina